Se il DTT arriva tardi all’Opera

Ieri, 26 novembre. Serata fiacca sulla TV generalista; ancora in attesa della nuova parabola satellitare, rigetto assoluto degli spot e poca voglia di effetti speciali. E allora cerchiamo di meglio sui nuovi canali digitali terrestri, quelli gratuiti e senza pubblicità. Finché su Iris, estensione DTT di Mediaset, incappiamo in una "Serata in concerto" che propone nientemeno che l’"Orfeo" di Monteverdi, in allestimento catalano.

Allettati nella nostra melomania, ci decidiamo per la visione: peccato che, come scopriamo, la trasmissione non preveda i sottotitoli, indispensabili per qualsiasi opera in video. E questo proprio su una piattaforma per la quale l’interattività e le features aggiuntive dovrebbero essere la regola: ma con tutta probabilità,  nella realizzazione di canali come Iris o come Rai 4 (la cui
condizione di esistenza deve consistere nel costo di produzione
pari a zero, altrimenti non si spiegherebbe l’altissimo grado di
riciclaggio delle trasmissioni), queste indispensabili caratteristiche si sono perse tra gli imperativi di cost-saving. Altro che approfondimenti a portata di pulsante del telecomando: ai nuovi canali DTT  manca persino il televideo, quello dei loro cari vecchi cugini analogici (che peraltro, "tradotto" nella versione DTT, ha perso un bel po’ di contenuti per strada): un ritardo di anni, incompatibile con la presunta piattaforma televisiva del futuro.

Che fare? Ci rassegnamo al "fai da te", e optiamo per la rapida ricerca del libretto su un qualsiasi Internet portatile, da tenerci davanti per sbirciare il testo mentre tentiamo di seguire la rappresentazione. Come anni fa, a rischio di strabismo, ma sempre meglio di niente. O no?