Non è un caso che il nuovo libro di Michele Serra si intitoli "Gli sdraiati": gli adolescenti di oggi, ritratti nella loro sovrana (e orizzontale) indifferenza al mondo, sono tali soprattutto quando si tratta di TV. Anzi, di serie TV: che divorano a stagioni intere, sommando ore ad ore di bivacco sul divano (o sul letto della cameretta), naturalmente nella loro attitudine preferita, davanti allo schermo.
Ora questa attitudine è confermata, oltre i nostri confini, anche dalle ricerche. Secondo la società Voxburner, specializzata in ricerche sul target giovanile, il 24% delle persone tra i 16 e i 24 anni in Gran Bretagna pratica di norma il "binge viewing": vale a dire, guarda intere stagioni di serie TV, tutte insieme; se poi si considerano quelli che guardano almeno un paio di episodi per volta, la percentuale sale al 52%. Un'abitudine resa possibile dai nuovi servizi di streaming video on demand: il 44% dei giovani preferisce quelli legali, a pagamento, tra i quali Netflix resta il più popolare (38% di utilizzatori), seguito a ruota da Blinkbox (22%), Lovefilm (8%) e Mubi (7%).
Parafrasando il titolo del libro di Serra, si potrebbe chiamarli "abbuffati": una generazione ormai estranea al concetto dell'appuntamento con il nuovo episodio, cuore della serata televisiva. Secondo Luke Mitchell di Voxburner, il "binge viewing" on demand, per questi giovani è la norma; almeno quanto la singola puntata, trasmessa dai tradizionali broadcasters, è un'eccezione, confinata al mondo dei loro genitori. I nativi digitali, dunque, sono allo stesso tempo nativi seriali, destinatari naturali delle nuove scritture televisive, del nuovo modo di fare sceneggiatura di cui Netflix è capostipite: ragione di più per pensare che a questo modo sia riservato un lungo, e luminoso, futuro.