Non è un caso che Sky, lanciando il suo servizio di TV Over-The-Top (cioè svincolata dalla rete di un determinato operatore, al contrario della IPTV), abbia scelto di metterci la faccia. Contrariamente a quanto aveva fatto Mediaset con il lancio di Infinity, la branch italiana della società di Murdoch ha chiarito da subito a tutti che quella che sta per essere lanciata è Sky Online: stessa TV, stesso brand, a scanso di qualsiasi possibile equivoco (anche comunicativo).
In effetti, a quanto emerge, non si tratta di un'offerta alternativa, anche se affine, a quella televisiva d'origine, bensì della medesima programmazione, opportunamente riformulata, ma pur sempre nel segno indelebile della TV satellitare. E così, anche Sky Online offrirà i pacchetti cinema e serie TV, con gli otto canali di cinema Sky, oltre a altri film on demand rispetto ai quali Balestriero, capo del ramo new media e OTT, ha tenuto a precisare che non si tratterà di "vecchie library". Anche nel caso delle serie TV si tratterà delle stesse già disponibili sui canali Fox, insieme ad altre aggiuntive on demand. Il solito (e già trito) accostamento a Netflix, insomma, in questo caso non regge: piuttosto, il modello è da ricercarsi ancora in casa, nella britannica Now TV, che dopo aver esordito con l'offerta cinematografica ha aggiunto sport e serie TV fino allo scorso Ottobre.
Eppure, una piccola, ma significativa differenza rispetto al satellite resta: brilla l'assenza delle partite di calcio italiane, per le quali Sky attualmente non detiene i diritti. I nuovi clienti dovranno accontentarsi di guardare le partite internazionali o eventi sportivi di altra natura, ma se vorranno guardare la serie A e B in mobilità dovranno rivolgersi ad altri lidi – almeno fino al prossimo round sui diritti calcistici, quando sarà definitivamente chiaro se la faccia di Sky Online resterà la stessa di Sky.