E’ persino banale ripeterlo ancora: il consumo di televisione continua a passare anzitutto dal televisore. Secondo i dati dell’Eurobarometer, elaborati da eMarketer, malgrado la crescita del video da Internet – soprattutto nei paesi scandinavi -, l’84% dei residenti UE continua a guardare la TV “tradizionale”. Ma in questa stessa occasione – sempre stando alle elaborazioni di eMarketer, stavolta su dati IAB – spesso e volentieri si dedica contemporaneamente a guardare video da smartphone.
Piccolo e piccolissimo schermo, in contemporanea, formano una bella, ancorché strana, coppia. Ad associare i due tipi di visione sarebbero addirittura il 53% degli intervistati. Non la sostituzione, ma la complementarità rappresenta la regola fondamentale di questo gioco mediale: solo il 22% afferma di aver ridotto il consumo TV per passare a quello da smartphone. Ma anche quando si tratta del solo telefonino, vince il consumo tra le pareti domestiche: gli spettatori casalinghi di mobile video, sempre secondo IAB, sono il 90%, contro il 49% che dichiara di guardarli fuori casa.Numeri che riecheggiano quelli del Consumer Entertainment Index di Arris, che scoraggiano l’ottimismo sulla visione extradomestica: solo il 30% degli intervistati si dichiara dedito a questa pratica.
La ragione è verosimilmente da rintracciare nella disponibilità di una connessione condivisa con la banda larga casalinga, che consente di oltrepassare i limiti di dati sempre più inadeguati rispetto alla domanda. Secondo Juniper Research, il traffico mobile si sposterà sempre più sulle reti Wi-Fi, tanto che nel 2019 solo il 41% dell’ingente volume di dati generato da smartphone, tablet e simili transiterà su reti cellulari. Ma se non fosse più necessario essere a casa per guardare video da mobile, li guarderemmo ancora? Se il nostro mondo si riempisse improvvisamente di hotspot Wi-Fi, raggiungibili ovunque ci troviamo, gratuiti e ben funzionanti, siamo poi certi che li utilizzeremmo per la (tele)visione sui telefonini? Lo scopriremo solo a quel punto: per il momento, di fronte al gioco mediale della strana coppia smartphone-TV, è lecito almeno dubitarne.