Ora che c'è anche il beneplacito di BSkyB, possiamo stare tranquilli: il provider satellitare britannico ha recentemente rivisto al ribasso il prezzo del suo servizio di video on demand, Now TV, avallando la soglia di prezzo sulla quale i suoi concorrenti, Lovefilm e Netflix, si erano già attestati da tempo. Per 9£ al mese (in precedenza erano 15) è ora possibile abbonarsi per avere accesso in mobilità al catalogo di Sky Movies, mentre per l'abbonamento ai contenuti sportivi bisogna aggiungere ulteriori dieci sterline.
Piuttosto che tirare dritta per la sua strada, BSkyB ha scelto in questo caso di prestare attenzione ai segnali provenienti dal mondo dell'OTT TV, come viene ormai comunemente definita. Soprattutto, ha mostrato di sentirsi ormai rassicurata sui possibili rischi di cannibalizzazione, considerando questo mondo un caso a parte rispetto a quello televisivo, tanto per quel che riguarda il target che le modalità di visione. La scelta di distribuire un proprio set-top-box, basato su Roku, accenna in questa stessa direzione: e malgrado il fatto che i dati resi noti dalla società non separino ancora i numeri del servizio satellitare da quelli dell'on demand, siamo ormai chiaramente di fronte a due percorsi diversi.
Se questa sarà la premessa per marcare la distanza tra due progetti editoriali – uno, quello del broadcast tradizionale, ancorato al mainstream; l'altro, quello della TV over-the-top, originale anche e soprattutto nei formati – potremo dirlo solo con il tempo. E sarà interessante verificare se la risposta varrà anche per il
nostro paese, nel quale la branch italiana di Sky si prepara per il
prossimo anno a lanciare River, un servizio di video on demand indipendente dall'abbonamento satellitare: mossa che acquisterebbe un senso, diverso e più robusto rispetto a un'extension come Sky Go, se fosse accompagnato da altrettanta innovazione sul fronte dei contenuti.