Tra i dati dell’International Comunication Market Report, pubblicato da OFCOM – l’AGCOM britannica, più o meno – uno spicca in particolare. Se sotto diversi aspetti (l’andamento del mercato televisivo nel 2013, tra gli altri) l’Italia, tra i vari paesi esaminati, mostra di avere molto da invidiare al Regno Unito, almeno in un caso i due paesi marciano appaiati: siamo sul terreno delle Smart TV, gli apparati televisivi direttamente collegati a Internet. Sia i possessori italiani che quelli britannici di TV connesse affermano, nell’84% dei casi, di avere effettivamente collegato l’apparato alla Rete, e di averlo utilizzato: una percentuale più elevata che in Francia, in Germania, ma anche negli Stati Uniti e persino in Cina.
Se si considera che solo fino a un paio di anni fa il tasso stimato di effettiva connessione a Internet dei dispositivi TV abilitati in Italia, secondo il Politecnico di Milano, non superava il 18% (sono dati del rapporto dell’Osservatorio New Media&New Internet 2013, relativo all’anno 2012) ci si rende conto del salto in avanti. Un salto ancora più evidente se si pensa che, ancora nel 2012, nel nostro paese la percentuale di possessori di un televisore di ultima generazione, dotato di connessione, per la stessa OFCOM raggiungeva appena il 9%: due anni dopo, siamo al 25% – mentre la Gran Bretagna, che partiva dal 15% del 2012, quest’anno è al 22%.
Come spiegare questa crescita? Come si colloca un simile dato in un paese che non può vantare il tasso di diffusione della banda larga della Gran Bretagna, né una presenza della IPTV paparagonabile, ad esempio, a quella della Francia? L’indagine OFCOM non lo precisa, ma se invece di guardare al secondo dei due termini (la connessione) si guarda al primo, tenendo presente l’affezione che lega gli italiani al mezzo televisivo e allo stesso TV set, diventa meno difficile pensare l’evoluzione di questo legame. Evoluzione, invece che rivoluzione: nessuna destituzione violenta, nessuna sostituzione ad opera di media più recenti e apparentemente smart. Non sarà la BBC, ma questo non impedisce alla TV degli italiani di essere ugualmente connessa, rivelando potenzialità di crescita che hanno poco da invidiare a quelle del broadcasting d’oltreManica.