L’ultimo in ordine di tempo è Vimeo, che in occasione della scorsa trimestrale ha annunciato nella lettera agli investitori l’intenzione di “seguire le orme” di Netflix, offrendo “compelling subscription viewing experiences for consumers in the market for pay TV”. E quindi, un altro servizio di video on demand in abbonamento – malgrado Vimeo ci tenga a rimarcare la distanza rispetto ai concorrenti più blasonati, sottolineando il contributo atteso dai filmmaker emergenti che già rappresentano un’importante parte attiva della sua comunità.
A dispetto di questa dichiarazione, Netflix e i suoi fratelli sembrano rimanere allineati sulla formula editoriale, che rappresenta più o meno una variazione sul tema della versione rivista e aggiornata di HBO (non a caso, è proprio questa emittente, che ha trasmesso anche contenuti prima transitati su Vimeo, ad essere citata dal provider a testimonianza del buon livello della sua programmazione). Al di là degli impatti possibili sulle dinamiche competitive del mercato ormai sempre più movimentato del subscription video on demand, quindi, si profila all’orizzonte un’altra interessante ripercussione. Se la nuova TV si identifica anzitutto per i suoi contenuti fictionali – e, all’interno di questo insieme, soprattutto per quelli seriali, tanto da aver in passato meritato a Netflix il nomignolo di “Netshowz” -, cosa ne è del resto del palinsesto della “vecchia” TV?
Un indizio in questo senso arriva da una ricerca realizzata dall’istituto Ampere Analysis, che nell’ultimo anno ha intervistato 32mila spettatori in Europa e negli Stati Uniti, arrivando alla conclusione che tra i millennials si sta spegnendo l’interesse per lo sport televisivo. La percentuale di intervistati nella fascia anagrafica tra i 18 e i 24 anni che si dichiarassero appassionati era infatti di gran lunga inferiore a quella degli stessi che professassero amore per le serie TV. Si tratta di un quadro confermato dai dati di audience USA , che vedono crollare gli indici di ascolto per le partite della NFL su tutti i principali network.
Lo stesso fenomeno è osservabile anche in Gran Bretagna, anche in questo caso trasversalmente rispetto ai principali canali all-sport. Come se l’offerta video, con il procedere delle generazioni, stesse ridisegnando anche la domanda: allargandosi alle nuove e sempre più numerose produzioni di film e, soprattutto, serie TV, stesse risospingendo il resto della programmazione – persino sportiva – a un ruolo secondario. Vedremo se questo significhi la caduta dell’ultimo apparente appiglio della TV tradizionale, come alcuni sostengono: e che ruolo abbia in questo contesto l’ascesa degli eSports, spettacolo virtuale solo nell’origine, ma capace ormai di scatenare passioni (e interessi di mercato) assolutamente reali.