Una TV a morsi

Capita, a volte, di rincontrare vecchi amici. Capita di incrociarli per caso, e magari – lì per lì – senza riconoscerli. Capita poi di fermarsi, tra lo stupìto e il cordiale, per salutarsi, chiedersi come si sta, stringersi la mano. Quel che succede su Linkedin, arcinoto network online di relazioni (per lo più professionali, a dire il vero), è tutto questo, ma potenziato dalle lunghe orecchie e dagli acuti occhi della Rete. Così mi è successo di ripescare Simeone, compagno di lavoro di qualche tempo fa, e ora fondatore di una società che si occupa di produrre contenuti video multimediali e multicanale.

Snack TV, questo il nome del brand inventato da Simeone, si rivolge a chi vive la TV a piccoli morsi; generalmente, persone che non hanno tempo o voglia di sdraiarsi sul divano davanti al piccolo schermo, ma che in compenso trascorre gran parte della giornata a contatto con devices innovativi come i cellulari, i palmari, gli ipod e i portatili di ultima generazione. Per uno spettatore del genere, il palinsesto non può identificarsi con un flusso "ingessato" come quello che caratterizza la TV generalista (e aggiungo io, nemmeno con il palinsesto personale, ma pur sempre riposato, della televisione in PPV o VOD). Il suo modello di fruizione è invece molto più simile alle playlist dei lettori MP3, che in un tempo complessivo molto contenuto riassumono le preferenze dell’utente in termini di informazione, intrattenimento, lifestyle e utilità.

Utilità anche lavorative: perché, dichiara Simeone, un simile utente non distingue – per necessità o per scelta – tra vita personale e vita professionale, il suo tempo è un coacervo di stimoli ed emozioni che dall’una tracimano nell’altra e viceversa. Ecco, questa presa di coscienza, opportunamente sviluppata, mi sembra uno dei tratti più interessanti dell’esperimento di Simeone, il vero elemento che potrà distinguerlo dai mille altri creatori di contenuti più o meno digitali per il cosiddetto tempo libero. Perché non esiste un tempo "occupato" e uno "libero", oppure uno "liberato": il tempo è uno solo, e la sfida di trascorrerlo al meglio, senza spezzarlo schizofrenicamente in unità non comunicanti, decide oggi realmente della qualità della nostra vita.