Nuovi canali RAI, dal WEB al DTT (passando per il satellite)

Dopo tanta attesa, la cicogna arriva finalmente in casa RAI, e ricompensa l’attesa con una bella nidiata di pargoli. Della nascita di nuovi canali, principalmente destinati alle reti satellitari e digitali terrestri (raggruppati sotto l’etichetta di "Rai Digit"), si sa da tempo, almeno da quando sono stati annunciati come imminenti i fantomatici Rai 4  e Rai 5 (di impronta generalista), i cui nomi sono  rimasti provvisori almeno quanto il loro effettivo profilo.

Ora sembra che la TV di Stato abbia deciso di fare sul serio, partendo tuttavia da un terreno più solido e meglio noto ai telespettatori: quello dello sport. A maggio, in concomitanza con l’avvio del giro d’Italia, arriva dunque il primo vero canale nuovo, chiamato "Rai Sport Più", che fagociterà Rai Sport Sat e verrà quindi trasmesso sia sul digitale terrestre che sul satellite. Il lancio di Rai 4, destinato agli adolescenti, viene invece previsto per giugno, mentre il successivo Rai 5, dall’identità ancora in larga parte sconosciuta, vedrà probabilmente la luce solo nel 2009. L’impressione, insomma, è che, per incominciare, l’azienda radiotelevisiva di
Stato abbia preferito andare sul sicuro, rimandando i colpi di teatro
dietro i quali rischia di non essere ancora consolidata una vera
strategia, per concentrarsi invece su un mestiere che in casa RAI è più
che consolidato: quello del giornalismo sportivo.

Se l’offerta via etere e satellite si rinnova, quella del WEB non ha voluto essere da meno: e così, nell’alveo di Rai.TV – la  creatura di RaiNet, che si affaccia alla Rete anche attraverso la finestra di YouTube – nasce il nuovo canale RaiCiak, dedicato alla fiction. Sarebbe forse più esatto, per quanto meno attuale parlare di "serie TV", visto che accanto alle repliche delle puntate di "Un posto al sole", "Orgoglio" o "Desperate Housewives" trova spazio anche un film per la TV interpretato da Anna Magnani nel 1971). Anche in questo caso, la RAI si è affidata alle certezze, confermando una  graduale assimilazione al servizio RiVideo di Mediaset, suo predecessore sul WEB, dal quale tuttavia i canali ad hoc e l’ampiezza dello spettro contenutistico (che comprende anche le news) continuano a distinguerla.

Quel che resta a separare le due entità è il modello di business: nel caso della RAI , questo è condizionato dall’identità del servizio pubblico, che la vincola alla gratuità. A ben vedere, si tratta della stessa incognita che grava sul bouquet progettato dal broadcaster pubblico per il satellite e il digitale terrestre: quale che sarà la scelta RAI sui contenuti, fino a che non verrà sciolta la riserva sul modello pay non si potrà parlare di confronto tra Digit e Premium, con ripercussioni evidenti sullo sviluppo di un’offerta concorrenziale e articolata sui nuovi canali di trasmissione.

  • Paola Liberace |

    Quella della funzione del servizio pubblico radiotelevisivo è una questione complessa e anche politicamente intricata; lo scopo di queste segnalazioni è quello di suggerire come talvolta l’innovazione riesca a farsi strada anche tra le pastoie che la riguardano. Ma a dare una risposta alla tua domanda sembra pensare, almeno in parte, l’EBU, per quanto riguarda l’ambito europeo: se invece dovessi dirti qual è la mia personale impressione, sarei piuttosto in imbarazzo, essendo scettica sulla possibilità stessa di convivenza di due termini come “radiotelevisivo” e “pubblico”, tanto più per quel che concerne la RAI. La sussidiarietà presupporrebbe almeno la fiducia nella gestione privata, che in Italia mi sembra ancora piuttosto lontana.
    p.

  • idepicc |

    Grazie per queste interessanti segnalazioni e informazioni. Per quanto riguarda le attività Rai, io però continuo a essere afflitto da un interrogativo di fondo: qual è il senso di queste iniziative? Di più: qual è oggi, se esiste, la funzione di un “servizio pubblico” televisivo? Probabilmente nessuna, ovvero potrebbe essere quella che negli Usa ha il PBS: svolgere una funzione “sussidiaria” con produzioni di assoluta qualità. Che cosa ne pensi?

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