TV libera tutti

Altro che TV libera tutti. Nell'online video si sta gradualmente riproponendo il modello che già conosciamo dalle piattaforme televisive tradizionali: i grandi broadcaster preferiscono tenere per sé e proteggere i contenuti, piuttosto che concederli alle terze parti che controllano devices e reti. E' il sunto dell'intervento di ieri di Ben Keen, analista di Screen Digest, al DVB World in svolgimento ancora oggi e domani a Lisbona.

In sostanza, ha spiegato Keen, negli Stati Uniti le TV tradizionali stanno "mettendo al sicuro" la loro presenza sulla televisione cosiddetta "over-the-top", che passa attraverso la Rete (non necessariamente broadband). E' così che, a differenza di quanto è accaduto in Gran Bretagna, i broadcaster sono riusciti a coagulare revenue da advertising degne di questo nome: la presentazione di Keen, intitolata "The Over-the-top challenge" ha sottolineato come i service providers in questo momento storico stiano occupando un posto assai scomodo, stretti come sono tra i prezzi alti dei contenuti e i bassi ricavi.

Uno scenario che ricorda da vicino la situazione all'emergere dei primi servizi VAS sulla telefonia mobile. In quel caso, i contenuti "branded" sono infine stati riassorbiti (o non sono addirittura mai usciti) sotto l'egida dei loro produttori; mentre il ruolo dei service providers si è gradualmente irrobustito, non sempre a vantaggio del cliente.
Succederà lo stesso con la TV? La variabile da tenere d'occhio per rispondere è senz'altro quella legata alla pubblicità: poco rilevante nel campo del mobile, assolutamente critica in quello televisivo, tanto che continua a sostenere la trasmissione della maggior parte dei contenuti del piccolo schermo (qualunque sia lo schermo e il canale di questa trasmissione). Gli altri contenuti, quelli che si sottraggono a questo schema e per i quali gli spettatori sono disposti a pagare, oggi passano in stragrande maggioranza per stores come l'iTunes di Apple, o per le consolles che offrono come add-on l'accesso alla OTT Television. Saranno queste il "cavallo di Troia" (come si è sentito chiamarle) per violare il fortino della TV tradizionale?.