Se iPad “tradisce” i libri per la TV

Qualche tempo fa scrivevo su queste pagine che "il media è l'uso": suggerendo che i mezzi di comunicazione, in particolare i nuovi e nuovissimi, si definiscano sempre più compiutamente in base al complesso di occasioni e modalità di utilizzo in cui vengono inglobati; o, in altre e più nette parole, siano ciò che i loro utilizzatori decidono che debbano essere. Nuove, luminose conferme di quest'idea arrivano ora sul fronte dell'innovazione hardware più "cool", l'ultima in ordine di apparizione ad essere partorita da Steve Jobs: l'iPad.

Sulla Stampa di oggi, Bruno Ruffilli fa rilevare come, tra le applicazioni a disposizione degli acquirenti della tavoletta magica, le più lanciate non sembrino essere quelle destinate al consumo di prodotti editoriali, ma quelle finalizzate alla fruizione dei video televisivi. Una conclusione desunta non solo dal numero di applicazioni "branded" per guardare film e programmi TV – tra cui quelle di emittenti come CBS e ABC, ma anche la versione "ipadizzata" di Hulu e Netflix -, ma anche dalla loro diffusione – lo "ABC Player" è al secondo posto delle applicazioni più scaricate, e Netflix al terzo). 

E se alla fine quello che gli utenti desiderano fare con iPad non fosse sfogliare libri, magazine o giornali, ma più banalmente e meno snobisticamente guardare la televisione? E se le prestazioni video dell'ormai celebre "touch screen" fossero più ambite di quelle legate alla lettura (come dimostrerebbe anche il disappunto degli utenti impossibilitati a trasformare in video le foto del NYT, ciò che avevano visto fare a Jobs)? E se la storia della tavoletta magica non fosse quella del rilancio di un mercato editoriale difficilmente disposto a mandare in pensione carta e inchiostro, ma quella della portabilità del programma TV preferito, non più costretto dalle dimensioni dello schermo? Forse allora non resterebbe allora che prenderne atto e ripartire dal punto che si pensava ormai di essersi lasciati alle spalle: le vere, effettive esigenze degli utenti, i loro desideri e le loro, non sempre prevedibili, aspettative.