E se per fare la nuova televisione ci volesse anzitutto la vista lunga? Le novità più interessanti sul fronte televisivo, in effetti, sembrano nate sotto questo segno: più che offrire da parte loro mirabolanti contenuti video, promettono di aguzzare l'occhio per andarli a cercare, ovunque si trovino, che sia sul Web, nella normale programmazione televisiva via etere, satellite o cavo, persino negli hard disk degli spettatori/utenti. Come ha spiegato Martin Olausson, capo delle Digital Media Strategies della società di ricerca Strategy Analytics, una delle sfide maggiori per la "new TV" è quella di portare gli spettatori a trovare i programmi che cercano: rispetto alla tradizionale modalità di consumo, simile all'appuntamento con il ristorante di fiducia all'ora di cena, la prospettiva di trovarsi di fronte a milioni di contenuti senza una programmazione è quanto meno spiazzante.
Come avevamo già visto qualche tempo fa, è in fondo questo il senso del progetto Google TV: che nella sua essenza resta un iper-motore di ricerca video, applicato ai più svariati bacini, in grado di aiutare l'utente nel reperimento dei contenuti che gli interessano – e, naturalmente di profilarlo durante questa operazione, per individuarlo come possibile obiettivo di inserzioni pubblicitarie. Ma l'impressione è che Google non resterà a lungo da sola: ad affiancarla, per ora solo sul web, è già arrivato Clicker, che si auto-definisce "the Internet Television Guide". Si tratta di un servizio meta-editoriale che ricerca programmi televisivi online da fonti come Amazon, Netflix, iTunes, Hulu, oltre a tutti i principali network TV (ma anche semplicemente dal web;) e rimanda l'utente al sito o alla piattaforma dove potrà guardarseli on demand.
Dulcis in fundo, Clicker consente di creare playlist personalizzate, e di condividere le proprie scelte con altri: l'integrazione con i principali social network è fondamentale per alimentare un meccanismo di "recommendation", in grado di offrire allo spettatore sperduto nella giungla della nuova TV una guida, e di fargli sentire che non è solo. Accanto alla ricerca, dunque, da un lato la profilazione, come strategia commerciale; dall'altro la condivisione, come strategia di orientamento. Il futuro della TV, dunque, è metatelevisivo: affidato all'indicizzazione, coltivato dall'advertising o dal social, presuppone sempre e comunque l'occhio vispo di chi guarda già oltre.