La TV è sempre più rara nelle camerette dei bambini, dice l’OFCOM nel report “Children and parents: Media Use and Attitudes”. Rispetto al 2013, sono raddoppiati gli individui tra i 5 e i 15 anni che in Gran Bretagna accedono a Internet tramite un tablet, mentre quelli che hanno un televisore in camera sono scesi dal 52% al 46% in un anno. Ma i tablet non hanno rubato il posto solo alla TV: anche le games consoles scompaiono dalle camerette dei bimbi inglesi (passando dal 47% al 41%). Quel che è peggio, si avviano a non rappresentare più lo strumento preferenziale per videogiocare, dato che il loro utilizzo scende dall’81 al 77% – proprio mentre quello dei tablet sale dal 23 al 30%.
L’affollato salotto britannico dipinto qualche tempo fa dalla stessa OFCOM sembra esserlo sempre più, con i bambini che escono dalle loro stanzette (sempre più private) per raggiungere mamma e papà, sottrarre con destrezza loro i tablet e infine colonizzare il televisore principale. La stessa ricerca li mostra difatti ben intenzionati a non abbandonare il piccolo schermo, che li impegna a tutt’oggi per 14,6 ore a settimana, e rappresenta tuttora il medium del quale maggiormente sentirebbero la mancanza. E la TV ne è consapevole, a giudicare dal fiorire di proposte dedicate ai bambini e ragazzi che tengono insieme dimensione online e properties televisive.
La BBC, per restare in Gran Bretagna, ha lanciato un gioco online basato sul protagonista di “Doctor Who”, e doppiato dallo storico attore della serie. Ma anche al di qua della Manica ci si organizza: dopo Canal+ e TF1, anche France Television ha pensato una piattaforma di video on demand dedicata ai più piccoli, Ludo, accessibile come app dai dispositivi mobili. Se cacciata dalla porta (delle camerette), insomma, la TV sa già da quale finestra rientrare.