DDL Gentiloni: fu vera gloria?

Ha iniziato ieri le sue pubblicazioni La-rete.net, un nuovo e interessante punto di riferimento sul WEB  per il dibattito sulla Information, Communication& Media Technology. Tra i vari autorevoli contributi che si possono leggere sul sito, spicca il paper di Augusto Preta, direttore  generale di ITMedia Consulting e presidente dell’Italian Chapter dell’International Institute of Communications. Preta discute, dati e analisi alla mano, dell’effettiva validità e adeguatezza allo scopo dichiarato del fu decreto legge Gentiloni sul riassetto del sistema radiotelevisivo.

In base allo studio condotto a Gennaio da ITMedia Consulting, il mercato della pubblicità televisiva – sul quale il DDL voleva intervenire per limitare lo strapotere dei due attori principali – avrebbe reagito in maniera paradossale, senza intaccare  sostanzialmente le quote di mercato possedute da Rai e Mediaset. Preta spiega in maniera chiara e convincente come questo si debba alla natura stessa del mercato, che in seguito all’intervento legislativo avrebbe evidenziato quello che in economia è  noto come "effetto reddito" a favore, anziché a discapito, della TV.

La pubblicità, in altri termini, segue il comportamento di quelli che gli economisti hanno battezzato "beni di Giffen", dal nome dell’autore che per primo aveva segnalato il paradosso: questi beni, all’aumentare del loro prezzo (come sarebbe accaduto per la pubblicità TV, limitata dalle condizioni previste da Gentiloni), anziché vedere diminuito il loro consumo a beneficio di altri (la stampa, nelle intenzioni dell’ex ministro delle Comunicazioni), al contrario vedono aumentare la domanda, vanificando le aspettative di sostituzione che avrebbero motivato i provvedimenti in questione. Una dimostrazione palese di quanto il dibattito pubblico sulle comunicazioni, e sulla TV in particolare, meriti di essere guidato da un’ottica scevra di ideologie e da propositi interventisti, che invece di giovare al mercato rischiano di nuocergli ancor di più.

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