Silvio e Veronica, la par condicio del dolore coniugale

Sarà felice Isabella Bossi Fedrigotti, che sul Corriere, un paio di giorni fa, stigmatizzava la comparsata di Berlusconi nello studio di Vespa, perché senza contraddittorio rispetto all'altra parte coinvolta. Ma anziché essere una parte politica, stavolta, si trattava dell'altra (dolce) metà del Cavaliere, sua moglie (o ex moglie) Veronica. Sarà felice della puntata riparatoria organizzata ieri sera da Michele Santoro, nella quale, se la signora Lario non è intervenuta personalmente, a darle voce ci ha pensato Monica Guerritore, in una intensa (forse troppo) interpretazione delle sue parole consegnate alla stampa.

Con la vicenda coniugale dei Berlusconi la par condicio raggiunge così la sua ultima spiaggia: nata per contrastare, nelle intenzioni dei suoi promotori, lo strapotere politico esercitato per via mediatica, è andata via via sclerotizzandosi nel centellinamento degli spazi televisivi, distribuiti in egual misura a prescindere dalla rilevanza della forza politica (con il risultato che si è visto alle ultime elezioni, di concedere gli stessi tempi di interlocuzione a tutti gli undici, dicasi undici, candidati premier); per poi concludere la sua parabola con l'applicazione al dolore coniugale, misurato in decimi di audience. Unica costante, la volontà di contenere l'incontenibile esuberanza – non solo televisiva – di Berlusconi: ma stavolta la sua sorte potrebbe essere segnata, insieme a quella del matrimonio più celebre e impossibile d'Italia.