No time, no space (no TV?)

Fermare il tempo, dilatare lo spazio. Sono questi i due fronti sui quali corre la sfida della nuova TV, concentrata da un lato a liberare dalla prigionia del palinsesto le trasmissioni televisive, per renderle disponibili in ogni momento, anche successivamente alla messa in onda, e dall'altro a moltiplicare i canali di accesso alla stessa offerta televisiva.

Da un lato, ecco gli spettatori tedeschi di TV online, i più vecchi d'Europa: più del 40% di loro ha superato i 45 anni, rispetto al 35% degli altri paesi del vecchio continente. Una parte determinante di questo risultato si deve tra l'altro, secondo gli analisti di Informa, al ruolo crescente della catch-up TV, vale a dire di quell'offerta basata sulla ritrasmissione di programmi già andati in onda in TV e successivamente resi disponibili separatamente online. Le Tv tedesche si sono fatte pregare meno che altrove per rendere accessibili le loro trasmissioni anche dalla Rete: il risultato è l'avvicinamento significativo alla TV online di una fascia di spettatori che sempre altrove resta tuttora lontana. 

Dall'altro, ecco la moltiplicazione degli esperimenti di TV everywhere: i quali, lungi dal fermarsi allo slogan, si traducono ormai in articolati progetti di abbonamento multiplo. Per capirci, chi acquista un pacchetto pay sul TV di casa può godersi gli stessi contenuti anche dal PC o dal telefono cellulare, attraverso Internet: è la strategia scelta da Dish Networks, operatore satellitare americano più noto per essere il partner tecnologico scelto da Google negli USA per il lancio della sua Google TV. Una strategia già perseguita anche in Europa, ad esempio dai fornitori di servizi IPTV: ma il dato notevole, nel caso di Dish, è proprio il fatto che si parta dal satellite, riconoscendo dunque il valore effettivo di ampliare il proprio raggio d'azione fino alle reti telefoniche e mobili.

Addio definitivo, dunque – forse – al flusso onnicomprensivo – quello che aveva rapito Raymond Williams nella sua prima esperienza televisiva extraeuropea, catturato dal palinsesto USA -, ma anche al legame inscindibile con l'ambiente domestico – quello teorizzato, tra gli altri, da Morley e Silverstone. Capire che fine farà la nostra idea di TV, legata a uno spazio e a un tempo ben definiti, messa tanto alla prova da rendere obsoleti persino gli studi di riferimento sul mezzo, diventa sempre più interessante.